Chicchi di caffè n. 11


Se paghi con noccioline, avrai delle scimmie (PROVERBIO INGLESE)

Continuiamo a denunciare la differenza tra l’orario effettivamente svolto dai colleghi e il riconoscimento dello straordinario. Ribadiamo che il lavoro straordinario non è stato abolito e invitiamo tutte e tutti a non regalare il proprio tempo all’azienda!!!”

Questo è quanto si legge in uno degli ultimi comunicati sindacali uscito su una delle nostre primarie banche.

Ma non è un caso isolato, nelle ultime settimane abbiamo visto un bel po’ di comunicati su questa falsariga, dove cioè si invitano i colleghi a rispettare quanto previsto dal CCNL nonché dagli accordi aziendali, e spesso ribadito anche da disposizioni e circolari aziendali in tema di straordinario, che può essere effettuato solo se preventivamente richiesto e autorizzato dalla banca – altrimenti rimane non retribuito, cioè regalato, all’azienda.

Non solo: si invitano i colleghi a non trattenersi in banca – e a maggior ragione a non lavorare – in pausa pranzo o dopo la fine dell’orario di lavoro, perché è tassativamente vietato.

Oppure per chi fa cassa solo in orario mattutino per svariati motivi quali part-time, cassa della filiale non operativa nel pomeriggio, ecc., di fare le chiusure della stessa (il CCNL prevede almeno 30 minuti, durante l’orario effettivo di lavoro e non durante la pausa pranzo.

O anche “…raccomandiamo ai tutti i colleghi e colleghe di attenersi scrupolosamente alle disposizioni normative, dando assoluta priorità, nel lavoro quotidiano e (soprattutto) in tutti i casi di incertezza, alla verifica puntuale delle disposizioni interne e di legge ed alla loro applicazione…”

E per finire la nostra raccolta: “Fondamentale rimane il rispetto delle REGOLE, degli ORARI e degli obblighi amministrativi e normativi, evitando di supplire con il proprio lavoro alle carenze che l’azienda NON INTENDE AFFRONTARE.”.

Qualcuno ci potrebbe dire, sai che novità, sono anni che il sindacato fa queste raccomandazioni!

Se così è, allora vuol dire che sono anni che i colleghi puntualmente le disattendono, perché altrimenti non ci sarebbe bisogno di ribadirle.

D’altra parte è estremamente imbarazzante che il sindacato debba scrivere ai colleghi certe cose, il sindacato dovrebbe denunciare le inadempienze delle aziende, non quelle dei colleghi, che oltretutto, neutralizzando e rendendo meno efficace l’azione sindacale, vanno a portare beneficio non a loro stessi ma alla banca per cui lavorano, nascondendo di fatto le carenze organizzative piuttosto che di organici della stessa.

Chi non rispetta le regole del CCNL, le normative aziendali, le indicazioni del sindacato fa del male non solo a sé stesso, ma a tutti i colleghi.

Spesso le cronache ci segnalano che in altri settori alcune aziende non rispettano le regole, imponendo straordinari senza retribuirli, assumendo in nero, facendo firmare alle donne lettere di dimissioni in bianco da spedire se per caso restassero incinte, pagando meno della paga contrattuale, non rispettando le misure di sicurezza.

È singolare, per non dire offensivo che noi bancari, che abbiamo la possibilità di esercitare i nostri diritti rispetto a migliaia di altri lavoratori operanti nei più disparati settori in situazioni estremamente più ricattabili della nostra, li disattendiamo sempre più spesso.

Le disapplicazioni delle aziende possono essere denunciate all’Ispettorato del Lavoro, affinché faccia le dovute verifiche.

Ma quando sono i lavoratori a infrangere le regole? Dovremo denunciare i colleghi all’Ispettorato del Lavoro?

Perché state sicuri che la banca non interverrà mai per stoppare certi comportamenti che di fatto gli fanno tantissimo comodo, salvo poi ogni tanto svegliarsi e comminare una contestazione disciplinare, con tutti gli annessi e connessi, a qualche lavoratore che si è esposto più degli altri con comportamenti fuori norma, magari rispondendo a sollecitazioni e/o pressioni varie del manager di turno…

Occorre cominciare a chiamare per nome le cose:

  • I prepensionamenti volontari sono ESUBERI
  • La solidarietà (obbligatoria o volontaria che sia) è l’equivalente della CASSA INTEGRAZIONE
  • Il lavoro straordinario non retribuito si chiama BENEFICENZA: vogliamo fare beneficienza alla nostra banca? O forse merita di più farla a qualche altro ente veramente meritevole?

Ricordatevi che la stragrande maggioranza delle banche, specie la più grandi hanno tutte accordi con i quali concedono permessi retribuiti per fare attività benefiche, con cui si fanno pubblicità.

Ma quando nel 2017 la nostra città è stata colpita dall’alluvione, come FABI abbiamo dovuto penare non poco per far avere qualche giorno di permesso in più ai colleghi colpiti dalla stessa.

Concludendo il rispetto delle norme contrattuali e aziendali è faticoso in questi tempi di organici ridotti, di organizzazioni lavorative sui generis, di pressioni commerciali, ma è importante per non rischiare di arretrare sempre più nella nostra situazione lavorativa.

E il titolo cosa c’entra con tutto questo?

C’entra, perché sicuramente è più “facile” continuare ad agire come abbiamo fatto finora piuttosto che conoscere bene le regole e cercare di rispettarle, ma il costo che stiamo pagando per questi nostri atteggiamenti è altissimo.

Siamo sicuri che vale la pena continuare così?

Il prezzo basso, infatti, ha un costo importante. Ti fa perdere soldi, tempo e opportunità.

Col nulla non si ottiene nulla.

Non si possono fare le nozze con i fichi secchi.

Si raccoglie quel che si semina.

E chi non ha il coraggio di esercitare i propri diritti abbia almeno la dignità di non lamentarsi e di non additare i colleghi che invece le regole le rispettano.

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